Gli errori piu' comuni
Parlando con persone che acquistano sporadicamente piante grasse o neofiti alle prime armi, ho potuto riscontrare gli stessi errori comuni. Cercherò di riunirli qui di seguito.
-Mai utilizzare solo terricio universale per rinvasare le piante grasse. Oggigiorno i garden sono molto forniti e alcuni addirittura specializzati in piante grasse. Basta mischiare terriccio già pronto per piante grasse con inerti vari, primo su tutti il lapillo vulcanico se si è alle prime armi o è l'unico che si riesce a reperire. Si otterrà un terriccio drenante ma che nutre anche le piante grasse.
-Mai annaffiare una pianta grassa appena rinvasata. Le persone sono abituate a coltivare piante aromatiche, come il basilico, la menta, la salvia, che necessitano di un'annaffiatura subito dopo il rinvaso. Le piante grasse, invece, hanno bisogno di riposare dopo un rinvaso in un substrato asciutto.
-Mai somministrare troppo concime. Purtroppo le etichette dei concimi consigliano quasi sempre dosi troppo eccessive e per lunghi periodi. Le piante grasse vivono spesso in luoghi estremi e, essendosi adattate a queste condizioni, riescono a sopravvivere anche con pochi nutrienti. Evitare di concimare nello stesso anno del rinvaso (il terriccio nuovo nutrirà a sufficienza la pianta) ed evitare di concimare le piante che hanno lo stesso substrato da più di un anno per più di 2/3 volte durante il periodo di crescita.
-Mai concimare durante l'inverno. Purtroppo molte persone tendono a prendere in parola alcune espressioni tipo "concimare con regolarità" e pensano di dover concimare la pianta per tutto l'anno. Nei periodi di stasi vegetativa la pianta non ha bisogno neppure di essere annaffiata perché non assorbe dalle radici e di conseguenza non deve crescere; figuriamoci se ha bisogno di concime!
-Mai annaffiare le Cactaceae durante l'inverno. come già detto sopra, sia che le si metta a dimora in casa sia che siano in una serra (fredda o riscaldata non importa), le piante appartenenti alla famiglia delle Cactaceae non vanno annaffiate. Rischiano solo di morire a causa dei marciumi che si generano con il ristagno dell'acqua che non viene assorbita dalle radici. Come fare a spiegare ad una persona che non sa niente di piante grasse quali sono le cactaceae? Se ha le spine e le areole (vedi foto sotto di un Ferocactus) la pianta ha un'alta probabilità di appartenere alla famiglia delle Cactaceae.
-Mai dare un goccio d'acqua/un bicchiere d'acqua alle piante grasse ogni tanto. Quando si annaffia, nel periodo di crescita, bisogna utilizzare molta acqua per bagnare bene tutto il substrato poichè l'acqua in eccesso scolerà dai fori del vaso. Per evitare marciumi e muffe si annaffierà successivamente solo quando tutto il substrato sarà tutto asciutto.
-Mai credere che tutte le piante che sono dimagrite vistosamente d'inverno con la prima annaffiatura si rigonfino completamente. Molte infatti necessitano di qualche annaffiatura per riprendersi completamente ma non vanno mai annaffiate di continuo, nel senso che bisogna sempre aspettare che il terreno sia completamente asciutto tra una annaffiatura e quella successiva. Bisogna ricordarsi sempre che è più facile che una pianta grassa muoia per le troppe innaffiature che non di sete.
-Mai esagerare con gli antiparassitari. Bisogna ricordarsi che una pianta coi parassiti spesso è anche più debole ed i liquidi in commercio, anche se venduti liberamente, sono pur sempre dei veleni che possono provocare la morte della pianta. Meglio intervenire dove si può prima manualmente poi con un po' di prodotto specifico. Mai aver paura di chiedere troppe informazioni a chi vi vende antiparassitari o informarvi su internet da fonti sicure. Nessuno di noi è nato sapendo tutto!
-Mai credere che le pastiglie da interrare, che rilasciano l'antiparassitario sciogliendosi lentamente con le annaffiature, sia un prodotto utile su una pianta già malata o piena di parassiti. Sono prodotti che servono per prevenire attacchi su piante a rischio o che in passato hanno avuto parassiti o, ancora, da utilizzare in periodi dove si ha poco tempo da dedicare alle piante (esempio: durante le vacanze).
-Mai credere che le piante grasse non fioriscano. Infatti molti esemplari iniziano a fiorire solo in età adulta, cioè dopo aver raggiunto certe dimensioni.
Altre piante invece non riescono a fiorire se sono state coltivate in maniera scorretta o ad esempio se hanno appena subito un travaso nel periodo di crescita e devono riprendersi. Per ovviare a ciò non somministrare mai concime per indurle a fiorire perché si rischia di farle crescere eccessivamente con tessuti meno robusti. Basterà aspettare la primavera successiva.
-Mai annaffiare subito una pianta grassa (solamente tra quelle che hanno bisogno d'acqua anche d'inverno) appena portata in casa per ripararla dall'inverno. Infatti una pianta portata in casa quando fuori inizia a fare freddo dovrebbe riabituarsi alla temperatura ambientale. Si deve aspettare, in caso non si tratti di una cactaceae, anche per qualche settimana. Non bisogna preoccuparsi poiché è più facile che una pianta grassa muoia per colpa dell'acqua che non per la siccità. In caso si ripari una cactaceae in casa durante l'inverno, questa non dovrà essere per nulla annaffiata, in caso contrario tenderà a filare.
-Mai credere che ogni Aloe sia un'Aloe Vera. Purtroppo mi capita sempre più spesso di parlare con persone convinte di aver un'Aloe vera mentre, molto spesso, hanno semplicemente la più comune Aloe arborescens. L'Aloe Vera ha le foglie molto più carnose ed è decorata con punti bianchi nelle foglie. Spesso si ritrovano immagini errate persino nei prodotti a base di Aloe. Un errore davvero comune. In più non bisogna sottovalutare la coltivazione di una Aloe arborescens poiché è una bellissima pianta.
-Mai confondere l'Aloe con l'Agave o viceversa. L'Aloe è dotata di "spine" dello stesso colore della foglia: sono parte della foglia, sono foglie dentellate. L'Agave, invece, ha spine di un colore diverso della foglia, molto spesso marroni, grigie o nere: una difesa che si aggiunge alla foglia (vedi fotografie sottostanti).
-Mai utilizzare vasi senza fori di scolo. Spesso sono vendute, nei garden/vivai e soprattutto nei piccoli negozi di fiori, piante grasse in vasi decorativi, molto belli da vedere, ma poco utili perché senza fori di scolo. Fanno molto occhio sulla clientela poco avvezza alla coltivazione di piante grasse. Bisogna sottolineare che questi vasi senza fori sono davvero dannosi per la pianta. Infatti, il terreno ha bisogno di respirare e di evitare ristagni d'acqua. Già un vaso di plastica coi fori di scolo fa traspirare meno la terra del substrato rispetto ad un vaso di terracotta sempre coi fori; figuriamoci un vaso decorativo di plastica, vetro o altro materiale non traspirante senza fori di scolo! Da evitare assolutamente!
-Mai credere che la luce dell'ufficio lavorativo possa bastare alle nostre amate. Oggigiorno si tende ad abbellire le scrivanie degli uffici con le piante grasse, pensando che le luci dei neon possano esser sufficienti alle piante grasse. Purtroppo, queste ultime tendono ben presto a filare o, nel peggiore dei casi, a morire per mancanza di luce naturale. Ci sono sole poche piante grasse che non risentono della mancanza di luce ma , non avendo mai provato per molto tempo a tenere queste specie in un ambiente come l'ufficio, caratterizzato da poca luce, caloriferi molto attivi d'inverno e aria condizionata eccessiva in estate, non citerò nessuna specie. Rimango dell'idea che il posto migliore per le nostre amate sia sempre e comunque l'aria aperta, dalla primavera all'autunno. In inverno, invece, il ricovero migliore è la serra fredda e la casa, quest'ultimo ambiente solamente per le specie che hanno bisogno di più di dieci gradi per sopravvivere, qualora non si risieda in posti caldi anche d'inverno.
-Non moltiplicare le proprie piante grasse. Può capitare che chi coltiva le piante grasse tenda a non moltiplicare le proprie succulente perché creda di poterle conservare facilmente ritenendole facili da coltivare o che non possano morire perché crede che abbiano una vita lunga. Invece anche le piante più comuni e semplici da coltivare possono deperire per un attacco di funghi o parassiti, ristagni idrici ecc.. Di conseguenza l'appassionato può ritrovarsi senza un altro esemplare nella propria collezione. È successo, addirittura, che più di un appassionato abbia perso tutti gli esemplari della Kalanchoe daigremontiana, una pianta davvero infestante.
-Moltiplicare le proprie piante grasse in periodi sbagliati. Capita molto frequentemente che alcuni neofiti tendano a moltiplicare le proprie piante grasse in periodi sbagliati, come il tardo autunno o l'inverno. Oltre a rendere particolarmente difficile la nascita di una nuova piantina da seme o talea, in quest'ultimo caso, vi è anche l'ulteriore rischio che la ferita sulla pianta madre metta in pericolo la stessa. Concentrare quindi le moltiplicazioni in primavera o, al massimo, in estate.
-Mai annaffiare una talea. Molti credono che le talea di foglie o fusto debbano essere annaffiate per poter tenersi. Niente di più sbagliato, poiché non avendo la talea delle radici, questa marcirà con molta facilità. Molto meglio nebulizzarla con un semplice spruzzino, anche se per alcuni questa pratica è assolutamente inutile. Sicuramente, invece, quando dalla foglia, ad esempio, si vede spuntare una piccola piantina si può presumere che essa abbia anche radici e, di conseguenza, è bene annaffiare solo la piccola parte in cui vi è la piantina.
-Non scambiare le proprie piante con altri appassionati. Molti appassionati tendono a non considerare l'idea di scambiare una pianta che si possiede in più esemplari (volgarmente possiamo dire "quelle che abbiamo doppie"). Invece sarebbe utile per più motivi. Innanzitutto si potrebbe ottenere una pianta in cambio che non si possiede. Secondariamente si potrebbe, in caso si perdano tutti gli esemplari della specie scambiata, richiedere gentilmente all'appassionato, con cui si è fatto lo scambio, se può darcene un esemplare che ha riprodotto, sempre in cambio di una nostra altra pianta, riuscendo così a riavere nuovamente la propria pianta. Infine, può darsi che l'appassionato, con cui si attua lo scambio, sia più esperto e possa consigliare al meglio come tenerla. In questo caso, nello scambio, potremmo addirittura ricevere un esemplare tenuto bene poiché è stato coltivato al meglio.
-Mai utilizzare solo terricio universale per rinvasare le piante grasse. Oggigiorno i garden sono molto forniti e alcuni addirittura specializzati in piante grasse. Basta mischiare terriccio già pronto per piante grasse con inerti vari, primo su tutti il lapillo vulcanico se si è alle prime armi o è l'unico che si riesce a reperire. Si otterrà un terriccio drenante ma che nutre anche le piante grasse.
-Mai annaffiare una pianta grassa appena rinvasata. Le persone sono abituate a coltivare piante aromatiche, come il basilico, la menta, la salvia, che necessitano di un'annaffiatura subito dopo il rinvaso. Le piante grasse, invece, hanno bisogno di riposare dopo un rinvaso in un substrato asciutto.
-Mai somministrare troppo concime. Purtroppo le etichette dei concimi consigliano quasi sempre dosi troppo eccessive e per lunghi periodi. Le piante grasse vivono spesso in luoghi estremi e, essendosi adattate a queste condizioni, riescono a sopravvivere anche con pochi nutrienti. Evitare di concimare nello stesso anno del rinvaso (il terriccio nuovo nutrirà a sufficienza la pianta) ed evitare di concimare le piante che hanno lo stesso substrato da più di un anno per più di 2/3 volte durante il periodo di crescita.
-Mai concimare durante l'inverno. Purtroppo molte persone tendono a prendere in parola alcune espressioni tipo "concimare con regolarità" e pensano di dover concimare la pianta per tutto l'anno. Nei periodi di stasi vegetativa la pianta non ha bisogno neppure di essere annaffiata perché non assorbe dalle radici e di conseguenza non deve crescere; figuriamoci se ha bisogno di concime!
-Mai annaffiare le Cactaceae durante l'inverno. come già detto sopra, sia che le si metta a dimora in casa sia che siano in una serra (fredda o riscaldata non importa), le piante appartenenti alla famiglia delle Cactaceae non vanno annaffiate. Rischiano solo di morire a causa dei marciumi che si generano con il ristagno dell'acqua che non viene assorbita dalle radici. Come fare a spiegare ad una persona che non sa niente di piante grasse quali sono le cactaceae? Se ha le spine e le areole (vedi foto sotto di un Ferocactus) la pianta ha un'alta probabilità di appartenere alla famiglia delle Cactaceae.
-Mai dare un goccio d'acqua/un bicchiere d'acqua alle piante grasse ogni tanto. Quando si annaffia, nel periodo di crescita, bisogna utilizzare molta acqua per bagnare bene tutto il substrato poichè l'acqua in eccesso scolerà dai fori del vaso. Per evitare marciumi e muffe si annaffierà successivamente solo quando tutto il substrato sarà tutto asciutto.
-Mai credere che tutte le piante che sono dimagrite vistosamente d'inverno con la prima annaffiatura si rigonfino completamente. Molte infatti necessitano di qualche annaffiatura per riprendersi completamente ma non vanno mai annaffiate di continuo, nel senso che bisogna sempre aspettare che il terreno sia completamente asciutto tra una annaffiatura e quella successiva. Bisogna ricordarsi sempre che è più facile che una pianta grassa muoia per le troppe innaffiature che non di sete.
-Mai esagerare con gli antiparassitari. Bisogna ricordarsi che una pianta coi parassiti spesso è anche più debole ed i liquidi in commercio, anche se venduti liberamente, sono pur sempre dei veleni che possono provocare la morte della pianta. Meglio intervenire dove si può prima manualmente poi con un po' di prodotto specifico. Mai aver paura di chiedere troppe informazioni a chi vi vende antiparassitari o informarvi su internet da fonti sicure. Nessuno di noi è nato sapendo tutto!
-Mai credere che le pastiglie da interrare, che rilasciano l'antiparassitario sciogliendosi lentamente con le annaffiature, sia un prodotto utile su una pianta già malata o piena di parassiti. Sono prodotti che servono per prevenire attacchi su piante a rischio o che in passato hanno avuto parassiti o, ancora, da utilizzare in periodi dove si ha poco tempo da dedicare alle piante (esempio: durante le vacanze).
-Mai credere che le piante grasse non fioriscano. Infatti molti esemplari iniziano a fiorire solo in età adulta, cioè dopo aver raggiunto certe dimensioni.
Altre piante invece non riescono a fiorire se sono state coltivate in maniera scorretta o ad esempio se hanno appena subito un travaso nel periodo di crescita e devono riprendersi. Per ovviare a ciò non somministrare mai concime per indurle a fiorire perché si rischia di farle crescere eccessivamente con tessuti meno robusti. Basterà aspettare la primavera successiva.
-Mai annaffiare subito una pianta grassa (solamente tra quelle che hanno bisogno d'acqua anche d'inverno) appena portata in casa per ripararla dall'inverno. Infatti una pianta portata in casa quando fuori inizia a fare freddo dovrebbe riabituarsi alla temperatura ambientale. Si deve aspettare, in caso non si tratti di una cactaceae, anche per qualche settimana. Non bisogna preoccuparsi poiché è più facile che una pianta grassa muoia per colpa dell'acqua che non per la siccità. In caso si ripari una cactaceae in casa durante l'inverno, questa non dovrà essere per nulla annaffiata, in caso contrario tenderà a filare.
-Mai credere che ogni Aloe sia un'Aloe Vera. Purtroppo mi capita sempre più spesso di parlare con persone convinte di aver un'Aloe vera mentre, molto spesso, hanno semplicemente la più comune Aloe arborescens. L'Aloe Vera ha le foglie molto più carnose ed è decorata con punti bianchi nelle foglie. Spesso si ritrovano immagini errate persino nei prodotti a base di Aloe. Un errore davvero comune. In più non bisogna sottovalutare la coltivazione di una Aloe arborescens poiché è una bellissima pianta.
-Mai confondere l'Aloe con l'Agave o viceversa. L'Aloe è dotata di "spine" dello stesso colore della foglia: sono parte della foglia, sono foglie dentellate. L'Agave, invece, ha spine di un colore diverso della foglia, molto spesso marroni, grigie o nere: una difesa che si aggiunge alla foglia (vedi fotografie sottostanti).
-Mai utilizzare vasi senza fori di scolo. Spesso sono vendute, nei garden/vivai e soprattutto nei piccoli negozi di fiori, piante grasse in vasi decorativi, molto belli da vedere, ma poco utili perché senza fori di scolo. Fanno molto occhio sulla clientela poco avvezza alla coltivazione di piante grasse. Bisogna sottolineare che questi vasi senza fori sono davvero dannosi per la pianta. Infatti, il terreno ha bisogno di respirare e di evitare ristagni d'acqua. Già un vaso di plastica coi fori di scolo fa traspirare meno la terra del substrato rispetto ad un vaso di terracotta sempre coi fori; figuriamoci un vaso decorativo di plastica, vetro o altro materiale non traspirante senza fori di scolo! Da evitare assolutamente!
-Mai credere che la luce dell'ufficio lavorativo possa bastare alle nostre amate. Oggigiorno si tende ad abbellire le scrivanie degli uffici con le piante grasse, pensando che le luci dei neon possano esser sufficienti alle piante grasse. Purtroppo, queste ultime tendono ben presto a filare o, nel peggiore dei casi, a morire per mancanza di luce naturale. Ci sono sole poche piante grasse che non risentono della mancanza di luce ma , non avendo mai provato per molto tempo a tenere queste specie in un ambiente come l'ufficio, caratterizzato da poca luce, caloriferi molto attivi d'inverno e aria condizionata eccessiva in estate, non citerò nessuna specie. Rimango dell'idea che il posto migliore per le nostre amate sia sempre e comunque l'aria aperta, dalla primavera all'autunno. In inverno, invece, il ricovero migliore è la serra fredda e la casa, quest'ultimo ambiente solamente per le specie che hanno bisogno di più di dieci gradi per sopravvivere, qualora non si risieda in posti caldi anche d'inverno.
-Non moltiplicare le proprie piante grasse. Può capitare che chi coltiva le piante grasse tenda a non moltiplicare le proprie succulente perché creda di poterle conservare facilmente ritenendole facili da coltivare o che non possano morire perché crede che abbiano una vita lunga. Invece anche le piante più comuni e semplici da coltivare possono deperire per un attacco di funghi o parassiti, ristagni idrici ecc.. Di conseguenza l'appassionato può ritrovarsi senza un altro esemplare nella propria collezione. È successo, addirittura, che più di un appassionato abbia perso tutti gli esemplari della Kalanchoe daigremontiana, una pianta davvero infestante.
-Moltiplicare le proprie piante grasse in periodi sbagliati. Capita molto frequentemente che alcuni neofiti tendano a moltiplicare le proprie piante grasse in periodi sbagliati, come il tardo autunno o l'inverno. Oltre a rendere particolarmente difficile la nascita di una nuova piantina da seme o talea, in quest'ultimo caso, vi è anche l'ulteriore rischio che la ferita sulla pianta madre metta in pericolo la stessa. Concentrare quindi le moltiplicazioni in primavera o, al massimo, in estate.
-Mai annaffiare una talea. Molti credono che le talea di foglie o fusto debbano essere annaffiate per poter tenersi. Niente di più sbagliato, poiché non avendo la talea delle radici, questa marcirà con molta facilità. Molto meglio nebulizzarla con un semplice spruzzino, anche se per alcuni questa pratica è assolutamente inutile. Sicuramente, invece, quando dalla foglia, ad esempio, si vede spuntare una piccola piantina si può presumere che essa abbia anche radici e, di conseguenza, è bene annaffiare solo la piccola parte in cui vi è la piantina.
-Non scambiare le proprie piante con altri appassionati. Molti appassionati tendono a non considerare l'idea di scambiare una pianta che si possiede in più esemplari (volgarmente possiamo dire "quelle che abbiamo doppie"). Invece sarebbe utile per più motivi. Innanzitutto si potrebbe ottenere una pianta in cambio che non si possiede. Secondariamente si potrebbe, in caso si perdano tutti gli esemplari della specie scambiata, richiedere gentilmente all'appassionato, con cui si è fatto lo scambio, se può darcene un esemplare che ha riprodotto, sempre in cambio di una nostra altra pianta, riuscendo così a riavere nuovamente la propria pianta. Infine, può darsi che l'appassionato, con cui si attua lo scambio, sia più esperto e possa consigliare al meglio come tenerla. In questo caso, nello scambio, potremmo addirittura ricevere un esemplare tenuto bene poiché è stato coltivato al meglio.