l'Innesto
Euphorbia abdelkuri cv. Damask
su Euphorbia resinifera
L'innesto è una pratica per la fusione di due piante differenti (marza e portainnesto) che siano affini, cioè che appartengano alla stessa famiglia e che hanno il cambio, cioè il tessuto meristematico vascolare e cibroso. Di conseguenza non si potranno mai attuare innesti tra Crassulaceae, tra Aloaceae o tra Agavaceae ma si potrà, ad esempio, tra Cactaceae o tra Euphorbiaceae.
Bisogna effettuare preferibilmente l'innesto quando si è in pieno vigore vegetativo (dall'inizio della primavera fino ad agosto) con marze e portainnesti giovani e vigorosi.
La pratica degli innesti viene effettuata per varie ragioni:
1) far crescere piante che difficilmente emetterebbero radici in coltivazione perché delicate o perché sono forme crestate e/o variegate come Euphorbia schizacantha;
2) far crescere più rapidamente piante che in natura invece crescerebbero molto più lentamente come ad esempio Euphorbia gymnocalycioides;
3) far crescere piante che da sole non emetterebbero radici come Gymnocalycium mihanovichii 'Hibotan' (preferibilmente su Myrtillocactus geometrizans e non su Hylocereus perché, su quest'ultimo, dopo un po' muore; vedi foto in basso);
4) far sopravvivere una parte sana di una pianta che ha perso le radici.
Il riposo vegetativo di un innesto deve sempre avvenire ad una temperatura minima di 10°C, ma se come marza o portainnesto vi sono piante che hanno bisogno di temperature più alte come molte Euphorbia allora bisogna ripararle ad una temperatura più elevata.
Bisogna effettuare preferibilmente l'innesto quando si è in pieno vigore vegetativo (dall'inizio della primavera fino ad agosto) con marze e portainnesti giovani e vigorosi.
La pratica degli innesti viene effettuata per varie ragioni:
1) far crescere piante che difficilmente emetterebbero radici in coltivazione perché delicate o perché sono forme crestate e/o variegate come Euphorbia schizacantha;
2) far crescere più rapidamente piante che in natura invece crescerebbero molto più lentamente come ad esempio Euphorbia gymnocalycioides;
3) far crescere piante che da sole non emetterebbero radici come Gymnocalycium mihanovichii 'Hibotan' (preferibilmente su Myrtillocactus geometrizans e non su Hylocereus perché, su quest'ultimo, dopo un po' muore; vedi foto in basso);
4) far sopravvivere una parte sana di una pianta che ha perso le radici.
Il riposo vegetativo di un innesto deve sempre avvenire ad una temperatura minima di 10°C, ma se come marza o portainnesto vi sono piante che hanno bisogno di temperature più alte come molte Euphorbia allora bisogna ripararle ad una temperatura più elevata.