I parassiti
Le piante grasse, come tutte le piante, possono esser attaccate da parassiti diversi.
Nel loro habitat c'è un equilibrio tra parassiti e loro predatori ma questo, in coltivazione, non è riproducibile. Se poi pensiamo che l'uso di pesticidi contribuisce a uccidere anche questi predatori, come coccinelle, mantidi, ragni, lucertole, si capisce bene come l'uso di questi prodotti chimici sia da utilizzare come extrema ratio.
In effetti, una pianta grassa coltivata come si deve è molto resistente ai parassiti, mentre una pianta grassa coltivata con eccessivo uso di concimi, fungicidi, antiparassitari risulta molto debole verso questo tipo di attacchi.
Bisogna sempre controllare bene le piante che si possiedono e al primo allarme allontanare l'esemplare con dei problemi dalle altre in salute. Certe volte, però, può non esser semplice accorgersene, poiché l'attacco in corso potrebbero esser a livello radicale. L'unico allarme è la mancata crescita dell'esemplare: infatti, conoscendo la pianta si dovrebbe sapere quanto può crescere durante la primavera/estate.
Se l'attacco è alle prime fasi è consigliabile agire manualmente sui pochi parassiti presenti con un cotton fioc imbevuto di alcool o di insetticida, invece di usare uno spruzzatore/vaporizzatore con pompa manuale a pressione e cospargerlo su tutta la pianta, poichè potrebbero eliminare anche insetti utili (pensiamo alle grandi piante alte anche qualche metro).
Esistono anche insetticidi che vengono assorbiti dalla pianta e che quindi agiscono preventivamente rispetto all'attacco, cioè quando il parassita si nutrirà della linfa della pianta: esistono sia liquidi sia in pastiglia a lenta cessione; questi ultimi si possono utilizzare però solo nel periodo di crescita poiché si sciolgono con le annaffiature. Si consiglia l'utilizzo solo in periodi dove si è poco presenti o assenti, oppure in piante che hanno subito attacchi in passato o su pinte che sono di natura più deboli di altre.
Alcuni coltivatori utilizzano anche infusi o macerati di piante come l'ortica, l'aglio, o con prodotti di origine vegetale come la nicotina.
Ad esempio si può utilizzare il quantitativo di tabacco di 6 sigarette in un litro d'acqua e lasciarlo il tutto dentro una bottiglia di plastica chiusa per 48 ore. L'acqua contenuta nella bottiglia assumerà un colore brunastro e, dopo averlo filtrato dai residui del tabacco grossolani, si potrà spruzzare sulla pianta.
Nel loro habitat c'è un equilibrio tra parassiti e loro predatori ma questo, in coltivazione, non è riproducibile. Se poi pensiamo che l'uso di pesticidi contribuisce a uccidere anche questi predatori, come coccinelle, mantidi, ragni, lucertole, si capisce bene come l'uso di questi prodotti chimici sia da utilizzare come extrema ratio.
In effetti, una pianta grassa coltivata come si deve è molto resistente ai parassiti, mentre una pianta grassa coltivata con eccessivo uso di concimi, fungicidi, antiparassitari risulta molto debole verso questo tipo di attacchi.
Bisogna sempre controllare bene le piante che si possiedono e al primo allarme allontanare l'esemplare con dei problemi dalle altre in salute. Certe volte, però, può non esser semplice accorgersene, poiché l'attacco in corso potrebbero esser a livello radicale. L'unico allarme è la mancata crescita dell'esemplare: infatti, conoscendo la pianta si dovrebbe sapere quanto può crescere durante la primavera/estate.
Se l'attacco è alle prime fasi è consigliabile agire manualmente sui pochi parassiti presenti con un cotton fioc imbevuto di alcool o di insetticida, invece di usare uno spruzzatore/vaporizzatore con pompa manuale a pressione e cospargerlo su tutta la pianta, poichè potrebbero eliminare anche insetti utili (pensiamo alle grandi piante alte anche qualche metro).
Esistono anche insetticidi che vengono assorbiti dalla pianta e che quindi agiscono preventivamente rispetto all'attacco, cioè quando il parassita si nutrirà della linfa della pianta: esistono sia liquidi sia in pastiglia a lenta cessione; questi ultimi si possono utilizzare però solo nel periodo di crescita poiché si sciolgono con le annaffiature. Si consiglia l'utilizzo solo in periodi dove si è poco presenti o assenti, oppure in piante che hanno subito attacchi in passato o su pinte che sono di natura più deboli di altre.
Alcuni coltivatori utilizzano anche infusi o macerati di piante come l'ortica, l'aglio, o con prodotti di origine vegetale come la nicotina.
Ad esempio si può utilizzare il quantitativo di tabacco di 6 sigarette in un litro d'acqua e lasciarlo il tutto dentro una bottiglia di plastica chiusa per 48 ore. L'acqua contenuta nella bottiglia assumerà un colore brunastro e, dopo averlo filtrato dai residui del tabacco grossolani, si potrà spruzzare sulla pianta.
Gli insetti
Gli afidi
Afidi su Kalanchoe blossfeldiana
Gli afidi sono insetti che di solito si notano sulle parti più tenere della pianta, come la nuova crescita delle piante: sull'apice, sulle nuove foglie, sui germogli, sui fiori e sui boccioli. Ad esempio, la Kalanchoe blossfeldiana è una pianta che se coltivata con cura fiorisce copiosamente durante la primavera/estate e quindi attira moltissimi afidi.
Gli afidi attaccano solo le parti tenere poiché il loro intento è scalfire i tessuti per succhiare la linfa della pianta. Provocano deformazioni, morte della parte colpita e anche malattie veicolate da virus. Lasciano le zone colpite ricoperte di incrostazioni non asportabili. Se si è in presenza di una pianta con crescita di rami come molte Crassulaceae è possibile anche asportare le parti colpite.
Questi parassiti possono esser anche trasportati sulla pianta dalle formiche che le accudiscono per approfittare della melassa che secernono e, di conseguenza, appena si vedono molte formiche intorno ad una pianta, bisogna allarmarsi e cercare di vedere se ci sono afidi sulla pianta.
Importanti per la lotta contro gli afidi risultano le coccinelle e le loro larve che possono arrivare a mangiare anche 100 afidi al giorno. Bisogna quindi evitare pesticidi se possibile, per preservare le coccinelle. Se si mette la pianta infestata dove si notano coccinelle è facile che queste ultime vadano spontaneamente a mangiare gli afidi.
Risulta anche utile mettere alcune piante, come la Kalanchoe, sotto l'acqua corrente per togliere la maggior parte degli afidi; attenzione però ad evitare di annaffiare le piante che non ne hanno bisogno per non incorrere in marciumi.
Gli afidi attaccano solo le parti tenere poiché il loro intento è scalfire i tessuti per succhiare la linfa della pianta. Provocano deformazioni, morte della parte colpita e anche malattie veicolate da virus. Lasciano le zone colpite ricoperte di incrostazioni non asportabili. Se si è in presenza di una pianta con crescita di rami come molte Crassulaceae è possibile anche asportare le parti colpite.
Questi parassiti possono esser anche trasportati sulla pianta dalle formiche che le accudiscono per approfittare della melassa che secernono e, di conseguenza, appena si vedono molte formiche intorno ad una pianta, bisogna allarmarsi e cercare di vedere se ci sono afidi sulla pianta.
Importanti per la lotta contro gli afidi risultano le coccinelle e le loro larve che possono arrivare a mangiare anche 100 afidi al giorno. Bisogna quindi evitare pesticidi se possibile, per preservare le coccinelle. Se si mette la pianta infestata dove si notano coccinelle è facile che queste ultime vadano spontaneamente a mangiare gli afidi.
Risulta anche utile mettere alcune piante, come la Kalanchoe, sotto l'acqua corrente per togliere la maggior parte degli afidi; attenzione però ad evitare di annaffiare le piante che non ne hanno bisogno per non incorrere in marciumi.
Le formiche
Le formiche, oltre a trasportare gli afidi possono asportare i semi delle piante grasse e possono divenire vettori per altre malattie parassitarie.
La cocciniglia
Col nome cocciniglia si intendono diversi insetti, particolarmente fastidiosi per l'appassionato perché difficili da debellare, con caratteristiche simili ma appartenenti a specie differenti: sono di piccole dimensioni, hanno colori variabili come il bianco, brunastro, giallo, grigio, hanno diverse forme come ovale, a virgola, tondeggiante, sono protetti dal tipico scudetto ed hanno una consistenza cerosa o cotonosa.
Di solito questi insetti partono dalla base della pianta grassa che di solito è molto resistente poichè spesso è lignificata per spostarsi piano piano verso l'alto e verso i punti deboli della pianta come le coste, l'apice o le areole.
Le cocciniglie vivono a spese della pianta ospite poiché si nutrono della linfa della pianta rilasciando melata e lanugine biancastra, che potrebbe diventare l'habitat di muffe e funghi.
Quando l'infestazione è alle prime fasi basta utilizzare ad esempio un cotton fioc imbevuto di alcool, uno spazzolino da denti vecchio od uno stuzzicadenti per eliminarle manualmente schiacciandole o togliendole dalla pianta. Però potrebbe esserci cocciniglia anche nelle radici che causa l'arresto della crescita della pianta. Quindi se la pianta è di piccole dimensioni si dovrebbe svasarla per veder se vi è un attacco in corso ed immergere le radici nell'insetticida per qualche secondo; altrimenti bisogna utilizzare prodotti appositi come il Confidor 200 SL o il Rendal 22 che riescano a penetrare lo scudetto, che protegge questi insetti, e asfissiare anche le uova che potrebbero aver deposto nella terra.
Esistono in commercio pastiglie da inserire nel terreno che si sciolgono pian piano nel giro di 2/3 mesi grazie all'acqua delle annaffiature: attenzione perché non è un metodo per combattere la cocciniglia già presente sulla pianta, ma serve solo per prevenirne la comparsa.
Sia la larva che l'adulta di Cryptolaemus montrouzieri, una specie di coccinella, sono tra i principali predatori di cocciniglia cotonosa. Di conseguenza, se ne vedete alcune presenti sulle vostre piante non disturbatele e lasciatele cibarsi di tutta la cocciniglia che infesta le vostre piante.
Di solito questi insetti partono dalla base della pianta grassa che di solito è molto resistente poichè spesso è lignificata per spostarsi piano piano verso l'alto e verso i punti deboli della pianta come le coste, l'apice o le areole.
Le cocciniglie vivono a spese della pianta ospite poiché si nutrono della linfa della pianta rilasciando melata e lanugine biancastra, che potrebbe diventare l'habitat di muffe e funghi.
Quando l'infestazione è alle prime fasi basta utilizzare ad esempio un cotton fioc imbevuto di alcool, uno spazzolino da denti vecchio od uno stuzzicadenti per eliminarle manualmente schiacciandole o togliendole dalla pianta. Però potrebbe esserci cocciniglia anche nelle radici che causa l'arresto della crescita della pianta. Quindi se la pianta è di piccole dimensioni si dovrebbe svasarla per veder se vi è un attacco in corso ed immergere le radici nell'insetticida per qualche secondo; altrimenti bisogna utilizzare prodotti appositi come il Confidor 200 SL o il Rendal 22 che riescano a penetrare lo scudetto, che protegge questi insetti, e asfissiare anche le uova che potrebbero aver deposto nella terra.
Esistono in commercio pastiglie da inserire nel terreno che si sciolgono pian piano nel giro di 2/3 mesi grazie all'acqua delle annaffiature: attenzione perché non è un metodo per combattere la cocciniglia già presente sulla pianta, ma serve solo per prevenirne la comparsa.
Sia la larva che l'adulta di Cryptolaemus montrouzieri, una specie di coccinella, sono tra i principali predatori di cocciniglia cotonosa. Di conseguenza, se ne vedete alcune presenti sulle vostre piante non disturbatele e lasciatele cibarsi di tutta la cocciniglia che infesta le vostre piante.
Le cavallette
Le cavallette appartemngono all'ordine degli ortotteri, che non sono molto selettivi nella loro nutrizione. In molte parti del mondo questi insetti si riproducono molto velocemente, diventando un vero nemico degli agricoltori. In Perù sono state avvistate una particolare tipologia di cavalletta (Schistocerca piceifrons ssp. peruviana) cibarsi con regolarità dell'Opuntia ficus indica. Non ci sono studi in merito nelle nostre zone ma conviene fare attenzione se, per caso, se ne avvistano troppe vicino alle piante succulente.
Gli acari
Il ragnetto rosso
Purtroppo questo acaro di colore rosso o bruno-rossastro non si vede a occhio nudo ma solo con l'utilizzo di una lente di ingrandimento. L'unico modo per accorgersi della sua presenza è notare macchie di color ruggine sulla pianta dovute a numerose punture di questo acaro all'epidermide delle pianta. La presenza del ragnetto rosso è dovuta all'ambiente secco e caldo. Perciò basta annaffiare sempre regolarmente le piante senza eccedere, per evitare il marciume radicale, e ricordarsi di annaffiare anche il fusto della pianta (evitando le piante con lo strato ceroso o pruinoso come il Myrtillocactus geometrizans, il Cotyledon undulata, il Pachyphytum oviferum o lo Stenocactus pruinosus). Se si vuole esser ancora più sicuri basta utilizzare uno spruzzatore con pompa a pressione manuale e vaporizzare le piante nelle sere più calde durante la primavera e l'estate, senza eccedere.
Se l'infestazione di questo acaro è limitata a pochi esemplari si potrebbero mettere le piante in isolamento e aumentare l'umidità attraverso annaffiate e vaporizzate o mettendo vicino alla pianta stessa vasetti, come quelli di vetro per marmellata, con acqua.
Altrimenti se l'infestazione è presente su numerose piante è possibile anche utilizzare come extrema ratio acaricidi specifici per il ragnetto rosso: ricordandosi però che potrebbero nuocere anche a esseri viventi utili per la pianta stessa.
Se l'infestazione di questo acaro è limitata a pochi esemplari si potrebbero mettere le piante in isolamento e aumentare l'umidità attraverso annaffiate e vaporizzate o mettendo vicino alla pianta stessa vasetti, come quelli di vetro per marmellata, con acqua.
Altrimenti se l'infestazione è presente su numerose piante è possibile anche utilizzare come extrema ratio acaricidi specifici per il ragnetto rosso: ricordandosi però che potrebbero nuocere anche a esseri viventi utili per la pianta stessa.
I molluschi
Le lumache e le chiocciole
Lumaca su Sempervivum
L'umidità ambientale, favorisce la presenza nei giardini e sui vasi delle lumache e di chiocciole. Infatti dopo una piovuta si nota con estrema facilità la presenza di queste persino sui marciapiedi.
Purtroppo le lumache amano cibarsi delle foglie e dei fusti delle piante grasse per i loro tessuti teneri e succulenti provocando gravi danni. Dopo il passaggio di una lumaca si possono notare foglie con buchi molto evidenti o addirittura foglie assenti ed escrementi sulla terra o attaccati sulla pianta ed anche ai lati del vaso.
C'è chi consiglia di metter un piccolo recipiente con del lievito di birra vicino alle piante deturpate o l'utilizzo di esche lumachicide. Io, sinceramente, dopo che c'è stata la pioggia o alle prime ore del mattino controllo le piante più soggette a questi attacchi e, se noto delle lumache o delle chiocciole, le stacco e le porto semplicemente lontano dalle piante.
Purtroppo le lumache amano cibarsi delle foglie e dei fusti delle piante grasse per i loro tessuti teneri e succulenti provocando gravi danni. Dopo il passaggio di una lumaca si possono notare foglie con buchi molto evidenti o addirittura foglie assenti ed escrementi sulla terra o attaccati sulla pianta ed anche ai lati del vaso.
C'è chi consiglia di metter un piccolo recipiente con del lievito di birra vicino alle piante deturpate o l'utilizzo di esche lumachicide. Io, sinceramente, dopo che c'è stata la pioggia o alle prime ore del mattino controllo le piante più soggette a questi attacchi e, se noto delle lumache o delle chiocciole, le stacco e le porto semplicemente lontano dalle piante.
I nematodi
I nematodi sono piccoli, vermi, nell'ordine del millimetro, chiamati anche anguillule che attaccano le radici delle piante grasse creando una infestazione molto difficile da individuare. Infatti penetrano nelle radici della pianta, formano noduli grossi e fanno morire le radici provocando l'arresto della crescita, l'unico sintomo che è possibile notare.
L'unica soluzione purtroppo è l'eliminazione e la bruciatura degli esemplari infetti, del terriccio utilizzato e anche del vaso. Si consiglia di fare qualche talea della pianta, di fusto o foglia.
L'unica soluzione purtroppo è l'eliminazione e la bruciatura degli esemplari infetti, del terriccio utilizzato e anche del vaso. Si consiglia di fare qualche talea della pianta, di fusto o foglia.
CURIOSITA'
Può succedere che esemplari adulti di testuggini terrestri si possano cibare di piante succulente prive di spine. Nelle foto a fianco e sotto, si può notare un esemplare adulto di tartaruga cibarsi di una Opuntia priva di spine.