il Terreno
Euphorbia mitriformis
Il terreno in cui coltivare le proprie piante grasse è uno dei primi problemi che si pone un appassionato. Purtroppo non esiste una risposta definitiva e neanche i terricci pronti in vendita sono adeguati. Bisognerebbe conoscere l'habitat originario della pianta che si coltiva per cercare di ricrearlo. Per fortuna le piante grasse sono piante speciali che si adattano a vivere anche in substrati differenti. Essendo molto difficile ricreare un habitat naturale in un singolo vaso esiste una composta da cui partire che risulta adeguata per la maggior parte delle piante grasse più comuni: 1/3 di terriccio, 1/3 di sabbia di fiume (non di mare, non calcarea), 1/3 di inerte come lapillo e pomice. Da questa piccola formula si può già comprendere come la composta deve esser ben drenante e porosa in modo tale da evitare ristagni idrici che favoriscono marciumi radicali.
Con l'esperienza e l'aiuto di altri appassionati e di libri/riviste specializzate si potrà capire come modificare questa composta per ogni genere e/o specie. Ad esempio se coltiviamo i Lithops dobbiamo utilizzare 10% sabbia, 10% terriccio e 80% inerte; se coltiviamo specie epifite come la Schlumbergera, l'Epiphyllum, la composta dovrà esse più ricca: 60% terriccio, 20%sabbia, 20% inerte.
Se però le piante che si possiede le si coltiva in grandi serre nelle quali la temperatura durante l'estate può raggiungere anche i 50°C bisogna aumentare la percentuale di terriccio presente per diminuire la frequenza delle annaffiature.
Esistono poi piante molto delicate e acquistabili solo da rivenditori specializzati in internet o mercatini specializzati che devono esser coltivate solo con inerte: ad esempio Euphorbia viguieri. Per queste chiedete consiglio a chi ve le vende, sperando che sia stato il venditore a coltivarla e non solo a commerciarla.
L'acquisto di pomice e lapillo risulta molto difficoltosa, per cui consiglio di chiedere al proprio garden/vivaio di fiducia se può procurarvelo o di acquistarne presso internet o ebay.
Se, dopo che si è trovata una pianta malata, si vuole tenere il lapillo ma non si vuole che la pianta con cui li si utilizzerà avrà la stessa malattia, bisogna cercare di sterilizzarli in qualche modo: io ad esempio faccio bollire il lapillo in una pentola, scartando il terriccio e la sabbia.
Capita spesso anche di veder persone che coltivano piante comuni e molto resistenti in solo terriccio universale senza nessun inerte nella composta. Tutto questo però evita che le piante sviluppino un apparato radicale adeguato e crescano sane e robuste contro i parassiti. Spesso le piante si salvano per il fatto che viene dato loro il cosiddetto "bicchiere d'acqua", cioè poca acqua che bagni solo la terra intorno al fusto e che quindi dovrebbe evitare il marciume radicale. Però appena si prende una pianta un po' più complessa da coltivare si vede subito come questo metodo fallisce con la morte della stessa.
Con l'esperienza e l'aiuto di altri appassionati e di libri/riviste specializzate si potrà capire come modificare questa composta per ogni genere e/o specie. Ad esempio se coltiviamo i Lithops dobbiamo utilizzare 10% sabbia, 10% terriccio e 80% inerte; se coltiviamo specie epifite come la Schlumbergera, l'Epiphyllum, la composta dovrà esse più ricca: 60% terriccio, 20%sabbia, 20% inerte.
Se però le piante che si possiede le si coltiva in grandi serre nelle quali la temperatura durante l'estate può raggiungere anche i 50°C bisogna aumentare la percentuale di terriccio presente per diminuire la frequenza delle annaffiature.
Esistono poi piante molto delicate e acquistabili solo da rivenditori specializzati in internet o mercatini specializzati che devono esser coltivate solo con inerte: ad esempio Euphorbia viguieri. Per queste chiedete consiglio a chi ve le vende, sperando che sia stato il venditore a coltivarla e non solo a commerciarla.
L'acquisto di pomice e lapillo risulta molto difficoltosa, per cui consiglio di chiedere al proprio garden/vivaio di fiducia se può procurarvelo o di acquistarne presso internet o ebay.
Se, dopo che si è trovata una pianta malata, si vuole tenere il lapillo ma non si vuole che la pianta con cui li si utilizzerà avrà la stessa malattia, bisogna cercare di sterilizzarli in qualche modo: io ad esempio faccio bollire il lapillo in una pentola, scartando il terriccio e la sabbia.
Capita spesso anche di veder persone che coltivano piante comuni e molto resistenti in solo terriccio universale senza nessun inerte nella composta. Tutto questo però evita che le piante sviluppino un apparato radicale adeguato e crescano sane e robuste contro i parassiti. Spesso le piante si salvano per il fatto che viene dato loro il cosiddetto "bicchiere d'acqua", cioè poca acqua che bagni solo la terra intorno al fusto e che quindi dovrebbe evitare il marciume radicale. Però appena si prende una pianta un po' più complessa da coltivare si vede subito come questo metodo fallisce con la morte della stessa.